Il dovere dell'apostolato

 


22 ottobre 1972

Figli miei diletti, quanto è caro al mio cuore questo incontro domenicale. È il giorno del Signore, ed io vorrei con le mie parole e con la mia presenza essere a voi d'invito a santificare veramente questo giorno che il Signore stesso ha scelto per sé.

Il santo Sacrificio della Messa vi unisce a Gesù come i rami di una stessa vite, come gli acini di uno stesso grappolo, come i chicchi di grano di una stessa spiga.

Questo incontro vi unisce a me in affettuoso colloquio, come la maestra coi suoi alunni, la madre coi suoi figli. Se le vostre intenzioni nel venire qui sono rette, voi partite da questo luogo con una nuova forza, una nuova vitalità spirituale, così da andare avanti con coraggio sempre crescente nel cristianesimo.

Pochi sono i cristiani che si rendono conto di dover crescere, di dover andare avanti nella vita spirituale. Pochi si rendono conto che fermi su uno stesso punto non si può restare, o si procede o si torna indietro, così come non si può non sentire il desiderio di comunicare ad altri ciò che si possiede, senza correre il rischio di perdere anche ciò che si ha.

La vita del cristiano è una continua salita, una conquista continua. È una gara di virtù che tutti devono intraprendere per raggiungere il più grande corridore, Gesù. Per raggiungere la sua statura spirituale, dovete tutti lavorare attorno all'anima vostra. La grazia è la vita di Dio in voi. Chi aumenta la grazia, aumenta in statura fino a raggiungere la santità.

Ecco che cosa desidero da questi incontri con me. Si cammina assieme, e anche se fate passi piccoli poiché siete i miei bambini nella vita spirituale, non importa, purché si prosegua, poiché Gesù ha detto che chi pone mano all'aratro e poi si volge indietro non è degno di Lui. Così vorrei proprio, figli miei, che da un incontro all'altro voi poteste segnare anche solo un piccolo progresso o miglioramento spirituale.

Io sono la Regina del mondo e quando mi rivolgo a voi, chiedo collaborazione per poter salvare tutti i figli della terra.

Vedetemi, sto come l'antica Ester ai piedi del Re per chiedere pietà per il mio popolo. Voi e tutti gli altri figli siete il mio popolo; ma voi potete aiutarmi e sostenere la mia opera.

Mosè pregava sul monte con le braccia levate verso il cielo e il suo popolo era vittorioso. Quando, vinto dalla stanchezza lasciava cadere le braccia, il popolo perdeva le sue battaglie, era sconfitto.

Io tengo le braccia alzate verso il Padre comune e chiedo continuamente pietà. Con la vostra preghiera voi sostenete le mie braccia, che otterranno misericordia finché resteranno levate verso il Padre.

Vedete l'importanza di questo incontro tra Madre e figli affezionati? Voi avete tanta più forza per aiutarmi quanto più la vita spirituale è rigogliosa in voi.

Voi avete degli impegni di famiglia, impegni materiali che non vi permettono di stare tutto il giorno in preghiera. Ma se voi vivete di Dio, anche quelle mansioni diventano meritevoli e meravigliose davanti a Lui.

Figli, dovete servire Cesare e dovete servire Dio. Cesare è il vostro corpo. Cesare sono i bisogni dei vostri cari, sono le autorità che dirigono le sorti delle vostre nazioni. E voi, da sudditi fedeli, dovete dare a Cesare ciò che è di Cesare. Dovete far tutto bene senza dimenticare che al di sopra di Cesare sta Dio, a cui anch'egli deve ubbidienza.

Nell'ordine perfetto, svolgendo ogni vostra azione nel migliore dei modi, sia materialmente che spiritualmente, voi siete una testimonianza viva di Gesù e lo fate crescere nel mondo. Voi divenite apostoli.

Vi è stato detto altre volte che chi non è apostolo è apostata, che è come dire traditore. Essere apostoli è perciò un dovere ed un comando. Vi sono i chiamati speciali, i scelti, che dell'apostolato devono fare l'unico scopo della loro vita. Per costoro avete il dovere di pregare, di soffrire e di offrire. Essi sono in prima linea nel grande combattimento per la vittoria finale del Cristo, ma poi siete voi che dovete preparare loro le vettovaglie.

Vorrei che queste vettovaglie, cioè gli aiuti materiali si moltiplicassero per loro. Ma soprattutto desidero che nuove reclute vadano a rafforzare le file. È per questo scopo che la vostra preghiera al Padre deve sollecitare più che mai operai per la sua messe.

Io sto con le braccia alzate e chiedo al Padre numerosi e santi missionari. Sostenete le mie braccia e datemi aiuto.

Le vostre pene materiali, i vostri mali fisici che alle volte vi sembrano tanto grandi e insopportabili, valorizzateli. Se avvicinando i malati, voi sapeste infondere in essi lo spirito missionario, come si sentirebbero aiutati nelle loro difficoltà. Ricordate la piccola Teresa, grande agli occhi di Dio, quanto fu d'aiuto ai missionari specie durante la sua malattia, pur vivendo nascosta in un convento?

Tutti missionari siate! Tutti apostoli, tutti ferventi nella vita cristiana, poiché siete i miei figli prediletti che io ho scelto per farvi miei devoti, amanti del mio rosario.

Vi benedico tutti, figli miei, e vi aiuto. Siate buoni, abbiate fede e la palma della vittoria vi arriderà come a chi ha lavorato con coloro che erano in prima linea.

Perseverate nel bene ed amatevi. Solo così mi fate piacere.

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