Ubbidite e non giudicate

 


29 febbraio 1972

Figli miei diletti, eccovi qui pronti ad accogliere la semente della divina parola. Io la getto a piene mani.

Sgombrate sempre il vostro cuore da tutto ciò che può essere d'inciampo e ricevete con fede i divini insegnamenti.

La fede è tanto necessaria, direi che è indispensabile per poter capire le verità eterne. Poi occorre l'umiltà di cuore, poiché il Signore svela i suoi segreti ai piccoli e occorre la grazia di Dio che porta Dio in mezzo a voi. La grazia è luce, è purezza, e chi la possiede realizza la beatitudine proclamata dal mio Gesù: "Beati i puri di cuore perché vedranno Dio".

Con questa preparazione di fede, umiltà e grazia disponete sempre il vostro cuore a ricevere i doni di Dio.

Figli, oggi vi voglio riferire una frase detta dal mio Gesù da cui dovrete ritrarre la pratica. Ha detto Gesù: "Mosè vi ha dato la legge che ora tengono in deposito gli scribi e i farisei. Essi la insegnano ma non la praticano. Voi ubbidite alla legge senza giudicare loro".

Ogni tempo ha i suoi scribi e per ogni epoca vale l'insegnamento di Gesù. Vi sono alcune persone che dicono di aver perso la fede perché hanno visto il comportamento cattivo dei ministri di Dio. Altri dicono che non frequentano la chiesa e i sacramenti perché sono proprio coloro che frequentano la chiesa i peggiori cristiani.

Sia alla prima che alla seconda obiezione desidero dare una spiegazione.

Anzitutto dovete sapere che l'aver ricevuto l'Ordine sacro non significa essere confermati in grazia. Anche Giuda aveva ricevuto un particolare impegno da parte di Gesù; anche a lui Gesù aveva dato l'incarico di andare ad istruire e a battezzare ed egli pure aveva operato nel nome di Gesù dei miracoli. Eppure voi sapete fino a che punto arrivò la sua perfidia, non avendo egli cercato di togliere quei difetti che gli erano nati in cuore.

Ebbene, i ministri di Dio non sono impeccabili. Sono uomini, rivestiti del carattere di servitori di Dio. Assunti ad una dignità straordinaria, esercitano un ministero che li autorizza a perdonare i peccati, a celebrare i divini misteri, rendendo presente sull'altare del sacrificio il corpo, il sangue, l'anima e la divinità di Gesù, ad annunciare il Vangelo, ad amministrare i sacramenti e ad istruire sulle verità della fede.

Considerato sotto questa luce di vero intermediario fra l'uomo e Dio, ed essendo il rappresentante di Gesù, il sacerdote merita rispetto, affetto, riconoscenza ed aiuto. Ma in lui non cambia nulla della sua natura. Egli è un uomo fragile e debole come ognuno di voi. Le tentazioni, anche più forti di quelle a cui voi andate soggetti, lo tormentano. La rinuncia a tutto ciò che la vita offre, diventa per lui molte volte un sacrificio insopportabile, così da fargli rimpiangere ciò che ha volontariamente lasciato. In più, le occasioni che vengono a lui, anche nell'esercizio della sua missione, rendono il sacerdote estremamente bisognoso di comprensione e di aiuto. La cosa più semplice che voi potete fare è quella di pregare e sacrificarvi per loro.

Una cosa è grandemente consolante, ed è questa: anche se il sacerdote fosse indegno di tale nome, egli esercitando le sue funzioni può essere per voi mezzo di santità. Anche se il sacerdote fosse in peccato mortale, vale per voi l'assoluzione che vi dona dei vostri peccati e nella santa Messa egli rende presente Gesù, anche se per conto suo può essere sacrilego. E la dottrina che egli v'insegna, se è conforme al Vangelo, non è sua, per cui ne potete e dovete fare tesoro.

Vedete, figli miei, che se anche tutti i sacerdoti fossero traditori di Gesù, non varrebbe il motivo per disertare la Messa, i sacramenti e la chiesa.

State sempre uniti a me. 

Ora resta da vedere la seconda obiezione: "Chi frequenta la chiesa è peggiore degli altri".

Anzitutto, figli, dovete vedere il motivo per cui si frequenta la chiesa. Se è l'ambizione, il desiderio di comparire o altri motivi subdoli, forse per poter guadagnare presso gli altri un posto di dominio, è facile che ne conseguano cose cattive, come quella di scandalizzare il popolo di Dio. Ma se sono i difetti comuni a tutti che vengono presi di mira da altri, non vi pare che resta sempre la parola di Gesù piuttosto severa che dice: "Non giudicate e non sarete giudicati"?

Non vi pare che molte persone che si credono autorizzate a criticare, a calunniare e ad essere severi con gli altri, assomigliano a coloro che vogliono togliere la pagliuzza dall'occhio del fratello, mentre hanno la trave nel loro occhio?

Resta sempre per tutti il dovere del buon esempio, perché Gesù non debba dire di ciascuno: "Guarda quello che dice, ma non quello che fa".

Siete sulla strada di Gesù che guida a salvezza, se vedendo i vostri difetti ve ne accusate, e in quanto al prossimo se siete tardi a pronunciare qualsiasi giudizio, poiché con la stessa misura con cui misurerete, sarete giudicati. Vi sarà usata molta misericordia se sarete misericordiosi, ricordatelo.

Un ultimo suggerimento, figli. Quella frase che molti dicono a riguardo di chi frequenta la chiesa, è errata anche in questo senso: nella casa di Dio vengono accolti tutti.

La presenza reale ed operante del mio Gesù, la mia presenza e la presenza dei buoni, può essere il richiamo per i lontani perché si avvicinino a Dio. In più chi è cattivo può ricredersi ed avere i mezzi di conversione. Se i cattivi che frequentano la chiesa rimangono tali, forse è proprio perché è mancato loro l'esempio buono, il vostro esempio, figli, ed a questo impegno richiamo particolarmente la vostra attenzione in questo tempo quaresimale.

Figli, la mia benedizione porti luce alle vostre menti e vi sia d'incoraggiamento a continuare sulla retta strada.

Vi abbraccio, figli. Portate il mio saluto e la mia benedizione ai vostri sacerdoti e a tutti i vostri cari, specie a chi vi fa soffrire.

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