Il sacramento della confessione

 


12 marzo 1972

Figli miei diletti, sia pace a voi e grazie.

Sono la vostra Mamma, e ogni incontro con voi mi rallegra perché posso allargarvi le braccia e il cuore per accogliervi. Vi prendo sulle mie ginocchia e, accarezzandovi, v'invito ad essere buoni, sempre più buoni, per far piacere a Dio e perché possiate voi stessi gioire della vostra bontà.

S'avvicina la solennità della Pasqua, ed io, traendone motivo dal brano del Vangelo che oggi vi è stato letto, vi voglio parlare del sacramento della Confessione. Voi vi accostate forse di frequente a questo sacramento, ma spesse volte esso non porta quei benefici effetti per cui è stato istituito.

Il Vangelo vi parla di un cieco dalla nascita che Gesù guarisce in un modo assai strano. Prende del fango fatto con la saliva e la terra e lo pone sugli occhi del cieco, poi dice: "Va e lavati alla fontana di Siloe". Il cieco va e torna. Ha riacquistato la vista.

Figli, anche voi con il peccato originale siete ciechi dalla nascita. Per ridonare la vista, il mio Figlio divino ha istituito il Battesimo e per chi sbaglia dopo l'uso della ragione, ha istituito il sacramento della misericordia, che potrebbe essere chiamato anche il sacramento della luce.

Gesù avrebbe potuto guarire istantaneamente il cieco, come aveva operato altri miracoli, senza servirsi di mezzi materiali. Ma nessuna cosa il Figlio di Dio fece a caso. Tutto ha un valore d'insegnamento nel suo operato. Il fango posto sugli occhi voleva significare l'umiltà che occorre per ottenere la luce spirituale; quell'umiltà che vi fa accettare con sicurezza e con fiducia ciò che vi viene insegnato o richiesto.

Vi sono alcuni che desiderano la verità, ma vorrebbero che essa fosse subito lampante alla loro mente, vorrebbero veder tutto chiaro senza difficoltà. Ma è proprio dall'accettazione indiscussa che viene come conseguenza la luce e la gioia di credere.

Alcuni desiderano la luce e vengono per accoglierla, ma poi subentrano in essi i dubbi più oscuri e le tenebre soffocano la luce.

Se i dubbi possono venire, poiché sono conseguenza del ragionamento, non è detto che si debbano accettare. Il dubbio è simile alla tentazione. Esso va disprezzato, quando è contro le verità della fede che la Chiesa insegna perché rivelate da Dio e insegnate da Gesù Cristo. Se il dubbio riguarda cose che fanno da coronamento alla fede e che Dio concede per la vostra gioia, un ragionamento più profondo vi può convincere e il ricorso a persone sagge vi può aiutare a toglierli.

Il dubbio è qualche volta un mezzo valido per rafforzare la vostra fede, poiché v'invita alla ricerca della verità e vi fa adoperare i mezzi per raggiungerla, ricorrendo anzitutto a Dio, fonte di luce e Verità stessa.

Ma insisto nel dirvi che il brano del Vangelo v'invita alla ricerca della vista, di quella spirituale, s'intende.

Quando la vostra fede è semplice e con umiltà di cuore la cercate, vi sarà più facile andare alla fontana di Siloe, al confessionale dove non l'acqua, ma il sangue stesso di Gesù, detergendo la vostra anima, vi donerà la luce spirituale.

Figli, molte persone si lamentano perché hanno perso la fede, perché non trovano pace, perché hanno smarrito quel giusto modo di vedere i fatti come conseguenza della volontà benevola di Dio a loro riguardo, ma essi dimenticano che solo la grazia è quel dono soprannaturale per cui si può vedere Dio.

Il sacramento della Confessione è efficace come lo era l'acqua della fontana di Siloe, solo perché il Signore rende il sacerdote che lo amministra, dispensatore della sua misericordia e dell'acqua salutare del perdono.

Vi sono alcuni che vorrebbero cambiare il modo della confessione; vorrebbero rivolgersi direttamente a Dio e chiedergli perdono, anche se non sempre sono convinti di aver sbagliato. No, figli, ringraziate Dio che attraverso la parola del sacerdote potete avere la certezza del perdono, sebbene sia basata sulle vostre disposizioni di umiltà e di fede di cui vi ho parlato. Il sacerdote è il mezzo. Colui che opera è Dio, poiché Dio solo può perdonare i peccati.

Accostatevi perciò in questo periodo con queste disposizioni al sacramento della Confessione, incuranti del ministro che vi deve assolvere. Voi detestate le vostre colpe e ne ricevete a mezzo suo il perdono da Gesù.

Può avvenirvi che, dopo aver deposto il fango che ricopre i vostri occhi, voi abbiate a decidervi a cambiare completamente vita poiché la luce in voi si sarà fatta più viva.

Attorno a voi si faranno molte meraviglie e si dirà: "Come mai, questa o quello sono completamente diversi? Hanno idee ben chiare, manifestano senza rispetto umano i loro sentimenti". Forse qualcuno dirà: "Come vuol fare a noi da maestra o da maestro costei o costui che è sempre vissuto in peccato?".

Qualche volta saranno gli stessi familiari a meravigliarsi, proprio come i genitori del cieco che non vollero rispondere alle domande dei sommi sacerdoti e dei farisei. Ma voi continuate per la vostra strada senza timore.

Incontrerete voi pure il Figlio dell'uomo che è anche Figlio di Dio e, adorandolo, vi protesterete disposti a seguirlo sempre fino alla morte.

Figli, penso che questa istruzione vi sia d'aiuto. Anche per coloro che non hanno problemi di fede è bello pensare che la Confessione è la grande fontana dentro cui vi potete immergere per uscirne più splendenti e più forti.

Nulla vi turbi e non vi preoccupi il nome del mio ministro. Io consiglio, io guido e, unendo la mano a quella del mio Figlio che vi assolve, vi segno come fanno le brave mamme con i loro bambini.

Quando vi accostate alla Confessione, invocatemi: io compirò questo delicato dovere.

Vi benedico tutti, figli miei, e vi amo. Continuate la preparazione alla festa del mio sposo e dell'Annunciazione con particolare fervore.

Arrivederci, figli. Arrivederci.

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