Una triplice fedeltà

 


19 Gennaio 1975

Figli diletti, sia in voi quella pace che deriva dalla fede. Una fede viva in questa verità: Dio è infinitamente buono e vi ama.

Io sono la Vergine fedele: fedele a Dio, fedele ai miei doveri, fedele fino a sapermi sacrificare per ciascuno di voi. La mia qualità di Corredentrice del genere umano mi rende responsabile della vostra vita e della vostra morte, poiché tutto deve convergere ad assicurarvi un'eternità di gioia. Io sono fedele a questa mia missione, e la mia assistenza personale a ciascuno di voi, anche se invisibile, è certamente efficace.

Come vorrei che ciascuno di voi potesse realizzare questa triplice fedeltà, per assicurarsi la tranquillità in questa vita ed una corona immarcescibile per l'eternità. Anzitutto la fedeltà a Dio. Voi sapete quale fu il primo atto che scaturì dalla sua onnipotenza: la creazione del mondo. Vi sono molti che vogliono dare a tutte le cose un'origine materiale e una definizione scientifica. Io vi dico che nessun essere può darsi la vita da sé e, se ha avuto origine da altri, è per quella derivazione a catena che non può prescindere dall'opera di Dio, che, essendo l'Essere increato, ha potuto dare origine a tutti gli esseri. Ma non vedete l'ordine mirabile che regna nell'universo? O forse che un orologio perfetto non vi fa pensare all'orologiaio che l'ha costruito?

Dovete essere fedeli a questo Dio che ha creato per amore, e deve scaturire dal vostro cuore la più viva riconoscenza, poiché tutto fu creato per la gioia dell'uomo. Se non siete oscuri d'intelligenza e non avete il cuore di sasso, potrete facilmente elevare il vostro pensiero a Dio, Padre buono e misericordioso che veglia su questo mondo, in cui ha posto delle leggi particolari che lo mantengono e che dirigono tutti gli esseri secondo la propria natura, perché esaltino Colui che li ha creati.

Non siate, figli miei, ciechi o sordi. Aprite il vostro cuore, e sappiate che come Dio è fedele alle sue promesse e non abbandona l'uomo, così questo essere superiore che è dotato d'intelligenza e di volontà, deve liberamente scegliere di essere fedele a Dio. Ho chiamato l'uomo essere superiore poiché tutto il creato è inferiore a lui ed è al suo servizio. Osservate però ciò che avviene nel mondo. Mentre gli astri del cielo e tutte le creature, animate ed inanimate, ubbidiscono alle leggi stabilite da Dio, solo l'uomo si ribella a Lui e non lo vuole né amare né servire.

Dio è buono, infinitamente buono. Ecco perché, conoscendo la debolezza e la superbia umana, volle dare all'uomo un mezzo di salvezza. Nella redenzione, Dio prese una figura umana, prese un corpo come il nostro, e diede a tutti la prova autentica del suo amore infinito immolandosi su una croce.

Essere fedeli a Gesù Cristo è realizzare il piano di salvezza e di amore stabilito da Dio. C'è una frase che indica nel Vangelo come si può essere fedeli a Gesù Cristo: "Chi vuol venire dietro a me, prenda la sua croce e mi segua". È triste pensare di camminare dietro ad una persona che invita, come Lui fa, a portare una croce. Ma il dolore è il retaggio dell'umanità; è la conseguenza del peccato, anche se, santificato da Gesù, può divenire per i cristiani veri, fonte di felicità.

Ma come escludere il dolore, mentre nel mondo più che mai continua il peccato? O non è forse vero che anche umanamente il peccato danneggia la salute fisica? Domandate ai giovani che si drogano se la loro mente si è aperta maggiormente e se il loro corpo si è rinvigorito con l'uso della droga. Così i molti malati dei manicomi potrebbero narrare molte volte una storia di peccato. E non potete escludere che, essendo il genere umano una famiglia, i guai di alcuni ricadono sugli altri con estrema facilità.

Essere fedeli a Gesù, Figlio di Dio, vuol dire accettare quella parte di dolore che salva e collabora all'opera di salvezza. Del resto, figli, non vedete che nel mondo, se non si soffre per amore entra la disperazione e si raddoppia il dolore? Fedeli a questa legge devono essere tutti, e se ognuno sa portare il peso che la vita riserva, trova serenità, poiché nessuno viene provato al di sopra delle proprie forze.

Occorre essere fedeli al proprio dovere. Quanti guai succedono in tante famiglie perché manca questa fedeltà! Chi vive egoisticamente e si preoccupa solo di sé, chi pretende di realizzare in tutto la propria libertà senza rendersi conto che deve vedere anche i diritti degli altri, chi pensa di fare della famiglia una pensione a cui si approda solo per le necessità materiali, non è certamente fedele al proprio dovere e non seminerà e non raccoglierà che disordine.

La fedeltà alla propria idea, che è un dovere ed un'aspirazione per ogni cristiano, è quella speranza che fa vedere come con la morte non viene tutto distrutto, ma si apre come un nuovo sipario che fa intravedere la nuova vita. Fedeli a questa idea, a questa speranza, lo dovete essere tutti, poiché da questa fedeltà dipende la forza per reagire al male e per compiere tutto quel bene che Dio desidera da voi. Così, sulle mie orme, al seguito di Gesù, ognuno di voi può raggiungere quella patria a cui io sono arrivata e dove aspetto tutti voi.

Ora benedico largamente questa bella assemblea.

Non mi resta che augurarvi perfetta unità, armonia e pace, sia fra voi che con la Chiesa, di cui sono Madre.

Arrivederci, figli, e siate buoni.

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