Perché mi cercavate?

 


26 Gennaio 1975.

Figli diletti, sono in mezzo a voi. Sono Maria di Nazareth, Madre di Gesù e vostra.

Sono qui, ma desidero essere sempre con voi e nelle vostre case, e desidero non soltanto che voi viviate una vita buona, ma che viviate la mia vita d'intenso amore di Dio e d'intenso dolore santificato. Molte cose a voi sembrano incomprensibili, eppure nelle disposizioni di Dio sono chiarissime e belle. Ecco perché vi dico: guardatemi nei diversi momenti della mia vita e fate come me.

Oggi vi presento un quadro che fu per me di grande gioia e di grande dolore al tempo stesso. Per tre giorni avevamo cercato Gesù, e con tutta l'ambascia del cuore e con tutta la voce che potevo emettere, avevo gridato all'aria il suo nome. Finalmente, nel tempio lo ritrovammo. Un delicato rimprovero, una domanda gli posi: Figlio, perché ci hai fatto questo? Tuo padre ed io, addolorati ti cercavamo.

Mi pare di sentire un coro di voci elevarsi da molte famiglie. Sono padri e madri che non riescono a darsi ragione del comportamento dei propri figli, ed alzano la voce e muovono loro i più severi rimproveri, accusandoli il più delle volte ingiustamente ed usando mezzi inadatti a farli ragionare.

Il mio esempio deve operare qualche trasformazione in tutti coloro che vogliono agire sui cuori dei propri subalterni o dei propri simili. La dolcezza sarà sempre un mezzo insuperabile. Avete forse qualche volta notato che gli acquazzoni d'estate portino giovamento all'agricoltura o ai fiori del vostro giardino? O piuttosto non avete notato una distruzione e un disastro completo? Come benefica, al contrario, scende quella pioggerellina che, penetrando nel terreno, dà vigore e vita alle piante assetate!

Così è, e sarà sempre, per chi vuol fare del bene. Anche se dovrete dire la verità ed esprimere il vostro disgusto o la vostra disapprovazione, dovrete sempre usare tanta bontà e serenità perché il rimprovero venga accolto e meditato. "Perché ci hai fatto questo?", potete dire ai vostri figli. "Addolorati ti cercavamo". Sì, dovete mostrare il vostro dolore. Un dolore che non è per le cose materiali, che possono andare perdute, ma che deriva dal non essere capiti in ciò che vi è di più bello, cioè in quell'affetto che, legando le creature fra loro, impedisce di far soffrire gli altri.

Ma sentiamo la risposta di Gesù: "Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?". In quel momento, né Giuseppe né io capimmo ciò che Gesù voleva significare. Poi capimmo che al di sopra di ogni vicenda c'è Dio Padre, che veglia sulle sue creature e sui loro interessi. Gesù ce l'avrebbe detto poi nella sua predicazione, più chiaramente: "Cercate in primo luogo il regno di Dio e la sua giustizia, tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù".

Ecco, figli miei, quale deve essere il proposito giornaliero di ciascuno: cercare il regno di Dio e progredire nella virtù per rendergli gloria. Ricordate il canto degli angeli sulla grotta di Betlemme: "Gloria a Dio e pace in terra". Se si sapesse cercare Dio e lavorare per la sua gloria, quanta più pace nelle anime, nella famiglia e nella società. Dio dovrebbe essere il punto di partenza, cioè da Lui dovrebbe essere ispirata ogni azione; e dovrebbe essere il punto d'arrivo, perché tutto dovrebbe essere fatto per Lui.

C'è chi dice che il voler tutto per sé è egoismo, ma in Dio ciò non può essere. Egli vuole tutto per dare tutto, per premiare tutto, per provvedere a tutte le necessità di ciascuno. Che bello sarebbe che gli uomini vivessero sempre con questa preoccupazione: io prego, lavoro, trascorro le ore, i giorni e gli anni, non tenendo di mira che questa cosa veramente importante: ingrandire il regno di Dio, aumentare la sua gloria attraverso la mia testimonianza di vero cristiano.

Quando Gesù, con serenità e con pacatezza, ci diede la sua risposta: "Perché mi cercavate?", la più grande gioia entrò nei nostri cuori. Io desidero che ciascuno di voi possieda questa gioia, quella di aver ritrovato Gesù. Non sempre Gesù si rende reperibile per le vie del mondo. È tutto disordine e peccato nel mondo! Gli uffici, i posti di lavoro e di studio, persino i ricoveri e gli ospedali, dove dovrebbe essere così intenso il desiderio d'incontrarlo, sono molte volte trasformati in luoghi d'indifferenza religiosa, di bestemmie e di peccato. Ma per chi vuole trovarlo, Gesù è lì e ripete a tutti: "Perché mi cercavate?". È nel vostro cuore, che può essere tempio di Dio; è nella Chiesa, casa di Dio. Non c'è che chiamarlo con la stessa ansia, con la stessa dolcezza e con lo stesso amore con cui lo chiamai io in quei tre giorni di così intenso dolore.

Vedo qui molte mamme e conosco i loro problemi familiari di grande sofferenza. Oh, quei figli! Veramente sono croce e delizia dei loro cari. Ebbene, care mamme, fate come me e, se volete ritrovarli, attaccatevi alla preghiera come all'ancora di salvezza. Abbiate fede, abbiate costanza nella preghiera. Io sono dalla vostra parte e vi ottengo tutto. Se perdete la fiducia e lasciate cadere le braccia, perderete la battaglia. Ricordate Mosè che, pregando sul monte con le braccia alzate, aiutava il popolo di Dio a vincere. Così fate anche voi e non dubitate mai. Mettete sempre in primo luogo la conversione delle anime, poi la salute del corpo. Prima i doni spirituali, poi quelli materiali.

Vi benedico tutti e vi abbraccio ad uno ad uno.

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