Le conseguenze del peccato

 


4 Dicembre 1974

Sono l'Immacolata, figli, qui presente per rivolgervi la mia parola di pace, di amore e d'incoraggiamento. Voglio oggi dire a voi: vogliate cercare sempre in tutto la volontà di Dio, che coincide con la volontà di salvezza e con il desiderio e l'attuazione della vostra felicità.

Per chiarirvi il mio pensiero, devo dirvi che l'occhio benevolo di Dio si rivolse a me, umile sua ancella, e mi guardò con tanto amore da unirmi a sé e rendermi Madre del suo unigenito Figlio, che prese in me la sua dimora. Che fece per rendermi capace di ospitare la divinità? Mi fece nascere senza peccato originale, per cui non ebbi l'inclinazione al male, e mi diede una forza ed una volontà eccezionali, per cui mai la più piccola colpa macchiò l'anima mia.

Vorrei a tal punto parlarvi della bellezza della grazia, ma preferisco dirvi quanto sia brutto il peccato, perché l'abbiate ad aborrire nel vero senso della parola. Il peccato dovrebbe incutere un vero spavento alle anime, poiché esso reca il massimo danno agli individui, alle famiglie e alla società intera. Che avviene infatti quando l'uomo pecca? Avviene come una rottura fra l'uomo e Dio, e quel Dio di bontà e di misericordia diviene Dio di giustizia, anche se impazientemente e con grande desiderio attende il ritorno dei peccatori al suo cuore.

Il peccato caccia dall'anima il divino Ospite, che per diritto l'abita, per dare ospitalità al principe delle tenebre. Tutto ciò che formava il patrimonio spirituale dell'anima, viene per così dire distrutto, per cui la voce del peccatore più non arriva al cuore di Dio e più nulla gli resta da presentare per guadagnarsi la sua benevolenza. È vero che non appena il peccatore si pente e ritorna a Dio, trova il suo cuore disposto al perdono, ma finché persiste nel suo cuore la superbia e l'attaccamento al male, la situazione permane quella dell'inimicizia causata dalla ribellione.

Non vi è nella vita dell'uomo cosa peggiore del peccato. Perciò il mio Gesù poteva dire: "È meglio perdere un piede, un occhio o una mano e arrivare in paradiso monchi o ciechi, piuttosto che andare all'inferno con tutto il corpo perfetto". Così, figli, se vi fosse chiesto di scegliere tra i beni di questo mondo e i beni dell'anima, che derivano dalla grazia di Dio, dovreste essere pronti a rinunciare a tutti i beni terreni. Nel mondo succede il contrario, si apprezzano le cose passeggere e non si apprezza la vita d'unione con Dio.

Conseguenze del peccato, sono molte volte anche i mali fisici e le lotte familiari, ma non si pensa di riflettere e di rimettersi nelle mani di Dio per essere aiutati da Lui a risolvere i propri problemi. Così si cammina per le vie del mondo pensando di dover vivere sempre e di dover risolvere problemi anche difficili, tutti da sé, con le proprie capacità e senza interrogare Dio per sapere, attraverso la conoscenza della sua legge, giudicare ogni avvenimento.

È una rovina personale che si ripercuote sulle famiglie. I singoli membri possono essere danneggiati dal cattivo comportamento, cioè dalla vita di peccato di uno di essi. Se la santità è sorgente di vita, il peccato porta inesorabilmente alla rovina. Come una malattia infettiva anche inavvertitamente si propaga, così il male passa e si diffonde, creando come una cloaca che trascina dentro la sua corrente anime e anime.

Che farete voi, cari figli, davanti a questa triste descrizione di ciò che può portare a dannazione eterna molti vostri fratelli? Se siete anime consacrate a Dio, vivete questa consacrazione nel modo più perfetto. Io esigo molto da chi è consacrato a me e il mio Gesù esige la perfezione. Le anime mediocri, che portano avanti una vita senza fervore, sono come quelle spose che tradiscono il marito e non possono dire di amarlo. Le spose del mio Gesù devono essere sempre sulla breccia, sempre pronte a sacrificarsi per i peccatori, mentre la vigilanza più che assidua su tutto ciò che concerne la loro vita, le allontanerà sempre più non solo dal peccato, ma dalle stesse piccolezze o imperfezioni che, agli occhi di chi vive nel mondo, potrebbero sembrare inezie e futilità.

E le mamme che cosa dovranno fare? E le spose, forse tradite e abbandonate, che faranno? Figlie, dovete guardare la vostra vita alla luce di Dio, e considerare i vostri figli e mariti come anime che il Signore vi ha affidate e di cui avete una responsabilità. Se è mancata la vostra educazione religiosa a riguardo dei figli, se non avete pensato di portare a Dio i vostri mariti fin dal primo giorno del vostro matrimonio, fate marcia indietro e riparate con la preghiera e con la penitenza quei peccati di cui i vostri familiari hanno seminato la vita. Che conta non è la vicinanza e nemmeno l'affetto che i vostri cari hanno per voi, ma la vita di grazia che devono vivere. Potrebbero essere sorpresi dalla morte e separati da voi per tutta l'eternità. Vi prego, mamme e spose, amate le anime dei vostri cari e non esitate ad offrire anche le vostre rinunce più dolorose. Sappiate cercare il loro vero bene al di sopra dell'accontentamento delle vostre esigenze, anche se umanamente giustificate.

Io benedico tutti. Benedico quelle figlie che rinnoveranno i loro voti nel giorno a me dedicato. Sì, vi custodirò nel mio cuore e vi darò la santa perseveranza. Benedico questa casa a me tanto cara e tutte le vostre case. Verrò a farvi visita. Recitate il rosario. Io sono con voi. Arrivederci!

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