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Visualizzazione dei post da settembre, 2022

Non siate ricchi se non per dare

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  29 settembre 1974 Figli diletti, che con sacrificio e col cuore pieno d'amore e di santi desideri, siete venuti - chi da vicino, chi da lontano - per onorarmi, siate benedetti. Io sono la Vergine delle consolazioni e consolazioni e grazie vi voglio dare. Sono la Madre vostra, Madre di Dio, e che cosa non vorrò e non potrò concedervi? Desidero appena la vostra fede e la vostra fiducia. Se qualcuno è malato e va dal medico già con la certezza che non vorrà adoperare i rimedi da lui prescritti e pensando che il medico non lo può aiutare, certamente quel malato non potrà guarire. Se un povero va da un gran signore che possiede ogni sorta di beni, ma non chiede nulla e rifiuta i doni che il ricco gli vorrebbe fare, indubbiamente resterebbe povero. Voi non siete certamente di queste due categorie. Il desiderio che vi ha fatto muovere i passi verso questa mia casa lo dimostra. Io sono per voi medico e medicina, perché il mio Gesù mi ha concesso di poter risanare le anime avvicina

L'eucaristia è un richiamo alla carità

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  18 Settembre 1977 Figli miei, sia pace e grazia a voi! Sono qui a celebrare con voi l'Eucaristia. Sono la Signora del Santissimo Sacramento. Vorrei che tutti imparaste ad apprezzare quel dono mirabile che perpetua nei secoli, nella Chiesa e nel mondo, la presenza del mio Figlio. Non poteva Gesù fare un miracolo più grande! Non poteva dimostrare agli uomini, in un modo più reale, il suo amore! Quando una mamma dice al suo figliolo: "Ti mangerei, tanto è grande il bene che ti voglio", esprime un desiderio che non potrà mai realizzare. Ma quando Gesù pensò e istituì l'Eucaristia, poteva dire: "È tanto grande il mio amore per voi che desidero essere mangiato da ciascuno di voi". Quando una mamma chiede al suo bambino: "Quanto bene mi vuoi?", e il bambino allarga le braccia come ad esprimere una estensione, non fa che interpretare il pensiero di Gesù, che, per dire il suo immenso amore per le anime, volle essere inchiodato su una croce e voll

Condizioni per seguire Gesù (Luca 14, 26-27)

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  4 Settembre 1977 Figli miei, sia pace e grazia a voi! Ecco, siamo qui ancora per la nostra lezione. È la vostra attenzione il contributo che voi mi date! Così si facilita la comunicazione e il dialogo. Però, se dopo aver ascoltato, voi doveste essere pienamente soddisfatti e non procuraste di praticare ciò che vi viene detto, sareste come quei bambini che vanno a scuola ma non fanno i compiti, perciò ben presto dimenticano tutto. Voglio oggi spiegarvi la pagina di Vangelo che si è letta nelle vostre chiese, riducendola a due sole frasi. Dice Gesù: "Chi non odia suo padre, sua madre, i fratelli, le sorelle, non è degno di me!" (Luca 14, 26). Voglio anzitutto dirvi che non dovete intendere nel senso comune il verbo "odiare", perché nel linguaggio convenzionale ebraico, cioè la lingua parlata da Gesù, voleva significare semplicemente: chi mette il padre, la madre e i parenti al di sopra di me, non può essere in grado di seguirmi. L'attaccamento alle pers