Vi invito a chiedere il dono della fortezza

 


26 maggio 1974

Figli miei, tanto cari al mio cuore di Madre, sia pace a voi e alle vostre famiglie.

Sono la Vergine che, apparendo a Caravaggio alla beata Giannetta, le dava conforto e le affidava un incarico quanto mai grande e superiore alle sue capacità: quello di far costruire un santuario dove molti tribolati avrebbero avuto sollievo alle loro pene. Oggi in quel santuario vanno migliaia di pellegrini ed io sono prodiga di grazie.

La vostra preghiera, unita alla fede più intensa, mi porta qui con voi e, se non mi vedete con gli occhi del corpo, vi faccio però sentire la mia presenza con quella gioia che vi metto in cuore e vi dò segni particolari per cui non potete dubitare che io sia qui.

Ebbene, anche qui vi sarà un santuario, che sarà il luogo dei miei incontri con le anime per aiutarle a trovare la giusta strada e perché possano col mio aiuto, non già liberarsi da tutti i mali, ma aver la forza per sopportarli. Fin d'ora però è già iniziata la mia opera in quest'umile cappella. Se vi fidate di me, lavoreremo assieme e tutto sarà portato a termine.

Ora, mentre state trascorrendo la novena di preparazione alla festa di Pentecoste, vi invito a chiedere con insistenza il dono della fortezza.

Quando si parla di fortezza ai soldati, si pensa ad un luogo in cui un gruppo di soldati può difendersi dal nemico data la posizione in cui si trova, solitamente su un'altura, e dove le mura di un fortino o di un castello si prestano alla difesa. Se parlate ai giovani di fortezza, essi vi parlano di pugilato e vi diranno chi è il più forte. Ma per voi la virtù della fortezza è quel dono meraviglioso dello Spirito Santo per cui sapete manifestare la vostra fede senza timore e, superando le vostre inclinazioni, vincendo le tentazioni e le passioni, sapete mantenervi veri cristiani.

Il rispetto umano fa attualmente strage di molte anime. Chiedete a molti uomini perché non vanno a Messa; forse vi faranno una risatina in faccia, ma la verità è che si vergognano. Se poi volete chiedere a molti perché sopportano discorsi osceni e perché bestemmiano, vi risponderanno che fanno tutti così ed è perché si vergognano di essere diversi dagli altri.

Il rispetto umano è rinnegare la propria fede per timidezza, per paura, è fare come Pietro che spergiurò per tre volte di non conoscere Gesù il Nazareno.

Il castigo per questi cristiani che non hanno il coraggio di esporre le proprie idee è, fin da questa terra, una pena intima; non sono stimati dai loro fratelli e non sono considerati certamente dei galantuomini.

Gesù però è stato severissimo con questa categoria di persone e ha detto queste parole che formano un giudizio e una condanna: "Poiché vi siete vergognati di me davanti agli uomini, io mi vergognerò di voi davanti al Padre mio".

La fortezza dà alla fede uno splendore per cui i martiri rifulgono di bellezza. La fortezza rende virili i deboli e fa di persone ignoranti dei maestri. Ne avete avuto una prova in quel nucleo di apostoli che seppero confutare errori, condannare l'errore commesso uccidendo Gesù il Cristo, Figlio di Dio, ed esponendo il proprio corpo ai più severi e terribili flagelli e patimenti.

La fortezza dà alla speranza una sicurezza ed una serenità per cui la croce diventa veramente un trionfo. Chi è forte spera e chi spera accetta la croce, pegno di salvezza. Quando cessa un'anima di sperare, entra la disperazione che è come una morte spirituale. Il moribondo che spera vede come in embrione profilarsi il paradiso e, fra le pene che lo tormentano, sa invocare Dio e i suoi santi perché gli sorride la felicità futura.

Il forte, secondo lo Spirito Santo, sa perdonare ed amare fino in fondo. Fra gli uomini, si ritiene segno di forza di carattere il saper tenere i puntigli e si ritiene dabbenaggine l'andare incontro per far pace e per togliere i motivi di attrito. Ma il vero forte sa dominare la propria volontà, vince se stesso, ben sapendo che l'umiliarsi vale molto di più che il sostenere la propria parte.

Se lo Spirito Santo vi donerà la fortezza, che è come uno dei raggi luminosi del dolce Ospite delle anime in grazia, aumenterà in voi il desiderio di compiere opere grandi, che il Signore considera come compiute da voi che le desiderate.

La fortezza vi deve rendere invincibili contro le potenze del maligno. A Caravaggio, come qui, le anime turbate da arti malefiche trovano e troveranno aiuto, ma vi occorre questo dono dello Spirito Santo per cui io potei schiacciare il capo al serpente infernale.

"Chi è come Dio?", gridò Michele, cacciando i ribelli dal paradiso. Dio era con lui e la vittoria fu sua. "Chi come Dio?", potete e dovete gridare voi contro le potenze del male, e sarete vittoriosi se Dio sarà con voi con la sua forza, se Dio abiterà in voi con la sua grazia e con il suo spirito.

Così, mentre con umiltà chiedete aiuto a Colei che ve lo può dare, sferrerete una battaglia tremenda contro l'autore del peccato e operatore d'iniquità.

Figli, siate forti e ricordate bene che non vuol dire essere imprudenti e nemmeno cattivi. Siate forti, abbiate cioè pensieri chiari, sentimenti buoni e le vostre opere siano quelle che vanno controcorrente anche a costo di grandi sacrifici.

Vi benedico tutti, in particolare le religiose presenti. A tutti il mio abbraccio materno.

Commenti

Post popolari in questo blog

Alimentate la lampada della vostra vita

L'uomo non può bastare a se stesso

Siate generosi nel sacrificio