Occorre pentirsi

 


13 Maggio 1977.

Figli, a me tanto cari, siate benedetti! Io sono con voi, come un giorno fui coi pastorelli di Fatima, e, se non mi mostro a voi in carne ed ossa, è solo perché desidero avvalorare la vostra fede e renderla capace di questa rinuncia che va oltre le apparenze.

Sono la Mamma di Gesù e vostra, desiderosa del vostro bene e sempre intenta a vedere i vostri progressi spirituali. Io desidero la vostra santità in un modo più intenso del modo in cui la possiate desiderare voi, e ogni atto che voi compite e ogni istante della vostra vita assumono per me un valore immenso, perché avranno un riflesso nell'eternità.

Tutto m'interessa della vostra vita! Il bene e il male che fate hanno una risonanza nel mio cuore di mamma, e a tutto vorrei dare il mio plauso o il mio ammonimento o rimprovero. Quando sentite la vostra coscienza che vi approva o disapprova, sappiate che quella è la voce di Dio, la mia voce di mamma che instancabilmente vi segue.

Il vostro miglioramento spirituale e la vostra crescita hanno una base su cui poggiare. Se voi volete costruire un grande palazzo, forse un grattacielo, dovete scendere molto profondamente con le fondamenta. Se non fosse così, si correrebbe il rischio di vedere travolti dalle bufere o dal vento anche grandi caseggiati. L'edificio spirituale, a cui io stessa con voi voglio mettere mano, è molto più elevato di un grattacielo. Dovete raggiungere la perfezione divina, vale a dire altezze infinite. Occorre scendere, scendere, scendere!

Il mondo va male e si sta scavando la propria fossa, perché l'orgoglio lo domina. Gli uomini non sanno riconoscere il proprio nulla ed umiliarsi davanti a Dio. Non riconoscono i propri errori, non chiedono aiuto a chi lo può dare. Essi vogliono fare tutto da sé. Vogliono imitare i costruttori della torre di Babele, di cui non si poté raggiungere la cima perché fra di loro non si capivano più.

Voi dovete dare un esempio a tutta la società, non solo con l'umiltà della vita, ma anche con il riconoscimento dei diritti di Dio su di voi. Dovete anche fare in modo che il vostro linguaggio presenti quell'unità di forma e quella coerenza che dimostri al popolo di Dio il vostro desiderio di essere come Lui vi vuole.

Figli, desidero da voi la pratica di quella virtù che vi rende tanto graditi al mio Gesù e che vi permette di comunicare coi fratelli. Gesù disse un giorno: "Imparate da me, che sono mite ed umile di cuore". Il modello l'avete, e non avete che da imitare i gesti, le parole ed il comportamento del vostro Maestro.

Io però desidero fermare il vostro pensiero su un particolare delle apparizioni di Fatima. Quando mostrai il sole che cadeva sopra quella moltitudine di persone presenti, invitavo tutti a pentirsi dei propri peccati. Io desidero questo atto di umiltà da parte vostra e di tutti gli uomini della terra. Solo riconoscendosi colpevoli, gli uomini potrebbero dar fine a tutti quei fatti dolorosi che dilaniano l'umanità. È il primo passo, ed è indispensabile. Occorre pentirsi! È questa la penitenza che io chiedevo a Fatima.

Purtroppo non si capisce la gravità del peccato, è perciò difficile ricredersi. Affido a voi questo incarico. Non siate facili a passare dallo stato di grazia a quello di colpa! Se la misericordia di Dio è infinita, la vita non può essere un insulto alla sua legge.

Ecco perché v'invito a quella delicatezza di coscienza che vi renda timorosi di peccare. Una coscienza larga è sempre difettosa, e certamente non porta beneficio né alla Chiesa né all'umanità. Siate delicati, figli. Siate degni della Madre vostra, vi prego! Non siate trasandati nel compimento dei vostri doveri, e non correrete il rischio di dovere per molto tempo rimanere in purgatorio per purificare tante imperfezioni a cui non avete dato importanza.

Tutto ciò fa parte di quell'umiltà che io vi chiedo, e vi mette altresì in buona relazione coi vostri simili, che guardano a coloro che si dicono cristiani praticanti per accusarli d'incoerenza.

L'umiltà, che vi fa volgere a Dio chiedendo perdono dei vostri peccati e di quelli altrui, vi fa guardare il mondo con occhi pieni di bontà. La carità diventa la conseguenza, e la comprensione e la giustificazione del comportamento degli altri verso di voi sarà un mezzo per conservare la pace interiore che vi è indispensabile per vivere serenamente.

Figli, il precetto della carità non può realizzarsi se non per mezzo dell'umiltà di cuore, per cui non si ritengono colpevoli gli altri, ma si chiedono con dolcezza spiegazioni e chiarimenti, senza agitazione e senza malanimo.

Io chiesi ai pastorelli di Fatima che portassero al mondo un messaggio quanto mai doloroso e triste. Gli uomini ridono di ciò che il cielo comunica alla terra, eppure non si parla invano e non si dicono menzogne. Io parlo, e ciò che desidero vi è manifesto. La vostra vita rispecchi la fede che avete nelle mie parole.

Non perdete di mira il cielo, al quale siete indirizzati. Conservate la grazia di Dio e, se per debolezza vi avvenisse di cadere, pentitevi e rivolgetevi al sacerdote, perché vi ridoni quel candore che è come la veste nuziale che vi deve presentare allo Sposo nella sua venuta.

Figli, io vengo dal cielo e desidero portarvi tutti al cielo. Le grazie materiali sono sempre in relazione alla salvezza eterna. Io vi guardo e accondiscendo ai vostri desideri. A quelle mamme, spose, sorelle, che mi pregano per la conversione dei propri familiari, prometto che essi si salveranno. Perseverino nella preghiera, specie in questa preghiera collettiva. Sarò io stessa che intercederò per loro.

Anche le grazie materiali che vi stanno a cuore, potete e dovete chiedere. Non vi ha insegnato Gesù a chiedere il pane quotidiano? E non ho forse chiesto io stessa a Gesù il vino per gli sposi alle nozze di Cana? Non abbiate timore, ma sappiate anche attendere.

Io vi benedico tutti. I bambini mi fanno tanta tenerezza e saranno da me protetti in modo particolare. Benedico questo istituto che mi ha accolta. Veramente, oggi si è rinnovata la mia visita alla vostra casa, e con più fede e con più amore direte: "Benedetta tu fra le donne!". È caro al mio cuore che mi s'inviti nelle parrocchie e nelle famiglie. Ogni frutto di bene e di grazia è legato a questi incontri.

Arrivederci, figli. Vi amo più di me stessa.

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