Saper attendere


29 Dicembre 1976

Figli miei, quanto piacere mi reca la vostra visita! La semplicità di questi bambini, le croci delle mamme e la fede di tutti voi, sono un invito a svuotare il mio cuore per dirvi tutto il mio affetto e tutti quei desideri che nutro a vostro riguardo.

Sono una mamma vera e, sebbene salita al cielo col corpo, sono continuamente accanto ai miei figli che mi furono affidati dalla bontà e dall'onnipotenza di Dio. Una parte di questi figli mi odia e mi disprezza, ma molti mi amano. Ebbene, io desidero il bene di tutti e lavoro instancabilmente per portare tutti a salvezza.

Non dimentico nulla di ciò che gli uomini fanno per onorarmi, ed anche se, trascinati dal vortice delle cose umane, qualche volta essi mi dimenticano, io non dimentico nulla. Anche questa visita che voi mi avete fatta in questo luogo, sarà per me motivo di riconoscenza e un impegno di maggior protezione.

Ma io vi amo anche perché devo e voglio osservare quei Comandamenti di Dio in cui si compendia tutta la Legge: amore di Dio e del prossimo. Ditemi, chi è il mio prossimo? Non siete voi, che come fratelli devo amare, se voglio piacere al Signore?

Non dubitate perciò mai della mia assistenza e, quando vi trovate nei pericoli, quando avete il cuore angosciato, quando la croce, il timore e le difficoltà vi pesano, venite dalla Mamma, che non può e non deve essere sorda alle vostre suppliche.

Aprite il vostro cuore e abbiate pazienza, fiducia e fede. Sappiate che nella pazienza cresce la vostra santità e maturano frutti di grazia. Quante volte, se foste subito esauditi, le grazie non sarebbero apprezzate e le credereste pure coincidenze! Nella pazienza si possiede sé stessi e si lavora con più comprensione per i fratelli. Pazienza, è come dire sopportazione.

Dio stesso ha dato agli uomini un esempio meraviglioso di pazienza. Ha compiuto in sei epoche ciò che in un attimo avrebbe potuto realizzare: la creazione. Ha atteso anni ed anni prima di mandare il Redentore, anche se i peccati degli uomini l'offendevano, ed ha atteso perché si sentisse la necessità del Redentore.

Se poi volete imparare da Gesù, in Lui trovate l'esempio meraviglioso di quella pazienza che potete imitare. Saper pazientare quando si vogliono conversioni e guarigioni spirituali, è imitare il divin Maestro, che non pone limiti alla sua pazienza e sta alla porta dei cuori e bussa. È Lui che pazientemente va in cerca della pecorella smarrita e, trovatala, se la pone sulle spalle e la riporta all'ovile.

Saper attendere è anche segno di fiducia. Si sa che la misericordia di Dio è infinita e che Egli vuole la salvezza. La fiducia non deve perciò venir meno, e occorre credere e sperare anche quando umanamente sembra tutto perduto.

Quando Dio promise ad Abramo una discendenza numerosa come le stelle del cielo, e gli ordinò di uccidere l'unico suo figlio Isacco, volle insegnare a lui, ma anche a noi, che nulla è impossibile a Dio. Questa fede meravigliosa che rende tranquilli come bambini fra le braccia della madre o del padre, deve essere la vostra.

I momenti attuali, così saturi di cattiveria, di odio e di violenza, sembrano presagire cose anche molto gravi. Ma la fede è al di sopra di tutti gli avvenimenti tristi, che, anche se gravi, concorrono alla realizzazione dei piani di salvezza voluti da Dio.

Guardare tutto con occhio sereno, vedere in ogni fatto umano il dito di Dio, che permette il male ma ne ritrae il bene, è comportarsi da veri cristiani. Questo senso di ottimismo, di cui dovete riempire la mente e il cuore per farne dono ai familiari e alla società, deve essere la vostra nota caratteristica.

Quando un maestro porta nella scuola una nota gioiosa, fa amare la scuola anche se richiede sacrificio. Quando una mamma sa conservare la serenità nonostante gli acciacchi e le traversie della vita, e sa accogliere con bontà la nuora o la cognata o la vicina, quando sa mantenersi dolce e serena e tenta di aprire un dialogo affettuoso coi figli, che forse non la trattano bene, la sua fede e il suo ottimismo la circondano di luce, e il risultato non potrà essere che buono.

Questi bambini che, fedeli al loro dovere di ubbidienza e di bontà verso i genitori e i maestri, così bene assomiglieranno a Gesù bambino, saranno portatori di gioia dovunque, la loro fede ingigantirà e sapranno affrontare i sacrifici che la vita impone.

Così, figli, mentre il mondo non fa che parlare di lotte, noi parleremo di amore e porteremo l'amore proprio come facevano i primi cristiani. Vi sono delle cose umane che sembrano insanabili e voi, sulle ali dell'amore, porterete conforto e aiuto a tutti. Dove è possibile, interverrete col vostro aiuto materiale. Soprattutto farete della preghiera il prolungamento del braccio di Dio.

Voi camminate nella luce, e di essa irradierete la via perché altri si uniscano alla vostra schiera e amino il Signore. La vita, illuminata dalla fede e dalla speranza, è come legata ad un'ancora di salvezza. La tribolazione diventa gioia, quando è illuminata dalla fede e sostenuta dalla grazia.

Tutti questi aiuti io voglio dare a voi perché sia serena la vostra vita.

Benedico i maestri e le maestre con le loro famiglie e i loro alunni. Imitatemi e portatemi in mezzo a voi. Se volete, fatevi sostituire da me e fate che io svolga a mezzo vostro la mia missione di Maestra. Consacratemi ogni giorno i vostri alunni, costaterete dei veri miracoli. Dai bambini presenti sorgeranno sante vocazioni.

Benedico i malati che mi avete raccomandato. Portate ad essi il mio abbraccio.

Figli, accumulate tesori nel cielo e, vivendo alla giornata, confortatevi sempre al pensiero della presenza di Gesù, vivo e vero nel mondo, e della mia protezione materna.

Arrivederci, figli. Vi amo tanto.

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