Ogni anima vale un'eternità


 2 Giugno 1976 (a Seregno)

Figli miei, voi siete qui in fervorosa preghiera per aiutare tutti a rinsavire e a ragionare con la mente di Dio. Come li aiutate? Con la preghiera insistente e devota che, partendo dal cuore, si eleva come soave incenso verso il cielo. Voglia, il Signore, esaudire i miei ed i vostri voti.

Purtroppo, il materialismo e l'ateismo tentano di avvilire e di annientare la persona umana, che rappresenta sulla terra il volto di Dio e che, come tabernacolo di Gesù Cristo e cielo della Santissima Trinità, merita tutto il rispetto.

L'anima non è destinata a perire, ma per essa l'uomo vive, intende ed è libero; merita così tutta la cura, tutto il rispetto e tutta la devozione. Se ogni creatura capisse il valore della propria anima, cambierebbe tutto sulla terra, ma si arriva a negarne l'esistenza perché non la si vede e non si ha di essa un'idea esatta.

Ogni anima vale il sangue di Gesù, di cui è una conquista. Ogni anima vale un'eternità, poiché per essa il tempo non esiste.

Agire e lottare per conservare la vita del corpo è cosa buona, poiché anch'esso è dono di Dio ed è strumento per l'anima, che si manifesta attraverso il corpo. Ma che sarebbe il corpo senza l'anima? Un essere inerte, a cui non sarebbe consentito né di pensare, né di volere e di scegliere tra il bene ed il male.

Lavorare per assicurare all'anima un avvenire felice è cosa saggia, che non può lasciare delusi. Per la vostra anima e per quella dei vostri fratelli, siete tenuti a lavorare in virtù del Battesimo che avete ricevuto. Non è una cosa facoltativa il dedicarsi ad una vita di preghiera e di buone opere. No, è un obbligo per tutti, perché nessuno può pensare di salvarsi senza merito e perché è un comando quello d'interessarsi del prossimo.

Figli, molti rifiutano la luce e preferiscono camminare come incoscienti per le strade del mondo, rifiutando la verità. È la verità che rende liberi gli uomini, poiché chi pecca diventa schiavo del peccato. La fonte del peccato risiede in colui che lo ha portato nel mondo, ma ciascuno che attinge a questa fonte, che è il demonio, è come avvelenato da ciò che raccoglie e di cui si disseta.

Non c'è felicità in chi vive in peccato, eppure la stragrande maggioranza degli uomini pensa, nei godimenti fisici e materiali, di trovare quella felicità per la quale fu creata. La felicità è il possesso di Dio, e gli uomini lo rifiutano e lo calpestano nella sua legge, nelle sue opere, nella rivelazione della sua parola e persino nelle sue promesse. Preferiscono avvoltolarsi nel fango e cercare nei beni terreni soddisfazione e gioia.

Oh, come vorrei che voi foste i miei portavoce e che parlaste ai vostri figli, parenti e conoscenti, di quella vera vita che comincerà con la morte e a cui sono indirizzati!

Che vale la vita? Si domandano molti, e non trovando in essa quelle soddisfazioni che cercavano, trovano cosa migliore ricorrere al suicidio. Che vale la vita? Si domandano altri. Vale se riescono ad emergere e, per arrivare al di sopra degli altri, non si rifiutano di calpestarli e di farli soffrire.

Che vale la vita? Vi domandate voi. Ed io vi rispondo: essa vale per quel che vale l'anima. Vale perché è un dono di Dio. Vale, perché di essa si dovrà rendere stretto conto a Colui che ve l'ha data e che ve la toglierà un giorno, per ridarvela in un altro modo e rendervela eterna.

Se le cose stanno così, figli, io v'invito a fare della vostra vita un dono prezioso a Dio. Qualunque sia la condizione, lo stato, il modo con cui dovete vivere, voi sapete che dovete custodire quella perla preziosa che possedete, che è la grazia di Dio. Essa infatti rende la vostra anima cara e luminosa agli occhi del Padre.

Ciascuno ha una missione da compiere, secondo la volontà di Dio. Una missione che potete chiamare dovere del proprio stato. Una missione semplice o importante, ordinaria o di privilegio, non importa. È una missione che riguarda i doveri religiosi e civili, familiari, individuali e sociali, da cui non si può esimersi, senza sbagliare. Importante è arrivare alla fine della vita terrena sapendo d'aver compiuto questi doveri alla luce di Dio.

Quando Gesù fu alla vigilia della sua passione, poté rivolgersi al Padre e dirgli: "Ho compiuto la mia missione, ti ho glorificato; ora tu glorificami con quella gloria che io avevo prima che fosse il mondo".

La stessa cosa vorrei che ciascuno di voi potesse dire, e che a voi pure fosse riservato quel premio e quella gloria a voi destinata da tutta l'eternità.

Figli, vi benedico tutti. Sono la Mamma vostra, che non vi abbandonerà mai.

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