La vita è fatta per il cielo


27 Maggio 1976

Figli diletti, quanto è bello ritrovarci insieme.

L'ascensione del mio Gesù al cielo, per virtù propria, attestava ancora una volta la sua divinità, e anche se in tutti i presenti a questo mirabile fatto vi era un grande dolore per il distacco, non poteva essere che una fonte di gioia. Gesù aveva ripetuto più volte durante la sua vita mortale: "Io salgo al Padre, ma dove sarò io là verrete anche voi". Quest'ascesa al cielo è perciò il più valido motivo di speranza. Creati per il cielo, dopo che Gesù ha ristabilito rapporti di pace tra il Padre e gli uomini, si ritorna al cielo. Egli ne ha aperto la porta, e tutti coloro che lo vogliono seguire non rimarranno delusi in questa loro speranza.

Permettetemi, a questo punto, di farvi un piccolo ma importante riferimento. Se la fede vi parla di una vita eterna, se la speranza di raggiungerla non deve mai lasciarvi, perché tanta angoscia prende molte persone quando un loro caro lascia la terra per il cielo? È vero che anche Gesù pianse davanti alla tomba di Lazzaro, e piangere la dipartita di persone care è permesso, ma perché si lascia entrare la disperazione fino al punto di perdere la fede?

Figli miei, credete che la vita presente non è che un passaggio, una cosa temporanea, e che nell'aldilà vi ritroverete. Il pensiero della dipartita deve essere costante in voi, perché è inutile attardarvi quasi che doveste vivere sempre.

Voi imitate qualche volta quei bambini che, tornando dalla scuola e portandosi a casa, si fermano per strada a giocare o a prendere farfalle. La vita è sacra e preziosa, ma non è fatta per la terra, è fatta per il cielo. Il dolore di qualche mamma è uguale al pianto di coloro che non sanno perché piangono.

Fattavi questa premessa, non mi resta che dirvi: valorizzate la vita spendendola bene, preparatevi alla morte che sicuramente viene e desiderate di raggiungere Dio, in cui vi è ogni felicità.

Vi sono alcuni che, stanchi di soffrire o annoiati di una vita insulsa, si augurano la morte, oppure si tolgono la vita che per loro non ha scopo. È un altro sbaglio grave. Io vi metto a confronto con coloro che scelsero di soffrire piuttosto che gioire, scelsero il dolore piuttosto che la salute. Vollero in tal modo realizzare il regno di Dio nel mondo, ottenendo assieme a Gesù il perdono per i propri e gli altrui peccati. Ebbene, queste anime godettero della presenza di Dio in un modo tale che le loro sofferenze divennero gioie grandissime.

Desiderare di essere liberati dal corpo, che è strumento di peccato e che tiene relegata l'anima come in una gabbia, è cosa buona. Desiderare la vista di Dio per poter esprimergli il proprio amore, è bene. Ma, sottrarsi alla sua volontà per scegliere una vita più comoda e più confacente ai propri desideri, non è certamente perfezione.

Ancora vi devo dire, e con grande gioia: siete attesi nel cielo, siete attesi dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Da me siete attesi, e da tutti i santi e gli angeli. È l'attesa di ciascuno individualmente, non di una collettività. Siete attesi come da una mamma che attende il proprio figlio che è partito per un viaggio, o come si attende una persona estremamente cara, che si desidera di stringere al proprio cuore.

Voi non siete per Dio una comunità, anche se vi vede tutti uniti. Egli vi ama ad uno ad uno e vi segue, vi chiama e sa già fin d'ora quando giungerete presso il suo cuore.

Quando Gesù entrò in cielo, fu grandemente festeggiato, ma ciascuno di voi, quando verrà a far parte della schiera dei santi, verrà accolto con particolari onori, secondo il grado di grazia e di amore raggiunto, e avrà un grado di gloria secondo giustizia che lo renderà pienamente soddisfatto.

Sarebbe troppo bello, ma anche senza merito, che voi aveste a vedere fin d'ora ciò che vi aspetta; la fede richiede da voi di credere senza vedere. Quando le nubi coprono il sole, voi non lo vedete, ma credete ugualmente che esso esiste. Le nubi misteriose che nascondono ai vostri occhi la realtà sono permesse da Dio, ma voi vedrete un giorno scomparire, come per incanto, tutto ciò che per voi era oscurità, e radioso vi apparirà il Signore nella sua gloria.

Siate perseveranti nella fede e credete alla bontà e alla misericordia di Dio. Non offendetelo assecondando i dubbi, e non dubitate mai della ricompensa eterna riservata agli eletti. Nessuno merita il paradiso, ma Gesù ve lo ha guadagnato. Basta corrispondere alla sua grazia con gratitudine e con amore.

Vi benedico, figli, ad uno ad uno e vi do due ali invisibili per arrivare al cielo: la fede e la speranza. Vi riempio di gioia divina. Arrivederci!

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