Il dovere della giustizia


29 maggio 1973

Figli diletti, sia pace e grazia ai vostri cuori, alle vostre famiglie e alle vostre comunità e parrocchie.

Sono contenta che abbiate messo per qualche giorno ai miei piedi la statua del mio Bambino e che abbiate ad accogliere nelle vostre case la sua divina effige. Forse vi potrà sfuggire il motivo per cui noi desideriamo che si rinnovi questa bella devozione anche al di fuori del periodo liturgico, ed in questo nostro incontro ve lo spiegherò.

Il nostro Salvatore venne al mondo per riparare il peccato, per mostrare con il suo esempio come avrebbero dovuto comportarsi gli uomini e per dire a tutti che un Giudice supremo, alla fine dei tempi, avrebbe premiato i buoni e castigato i cattivi.

Ma che avviene attualmente? Non è necessario che io vi enumeri le enormità che si commettono. Non vi nascondo che il mondo, pur essendo sommerso dal male e dal peccato, non sa risollevarsi e persino i buoni sono come ottenebrati, per cui scambiano per virtù ciò che è difetto. Si giustifica persino il delitto e lo si vuol legalizzare; non si ascolta e non si sente la voce di Dio che chiede conto del sangue del proprio fratello.

Ecco perché è necessario ravvivare il pensiero che Dio ha stabilito una legge e che il Figlio di Dio si è fatto Uomo per riparare le infrazioni a questa legge. È una legge d'amore quella stabilita da Dio; è legge d'amore quella perfezionata da Gesù, e il non osservarla genera il peccato.

Vi sono i tradimenti fatti a Dio direttamente, negando la sua esistenza, bestemmiando il suo nome, creando al suo posto altre divinità che si possono chiamare coi nomi più diversi: la carne, il denaro, l'ambizione, la gloria. Ma vi sono anche i tradimenti indiretti, quelli che arrivano a Dio per mezzo del tradimento alla creatura. E qui potete comprendere tutte quelle azioni e quei sentimenti che, creati dall'odio, portano nelle famiglie discordie e liti. Discordanze nei modi di vedere e di sentire possono essere utili quando sono create dal desiderio di un bene reciproco e quando, vagliate le idee, ne può scaturire il vero bene. Ma quegli asti incurabili che portano ad essere severi nel giudicare e forti nel criticare, non sono che un piccolo seme di tutto quel grande male nascosto o visibile nel mondo, che genera altro male.

È necessario che la presenza del mio Bambino nelle famiglie, faccia rivivere quell'affetto familiare, quel desiderio di diffondere l'amore che partì dalla capanna di Betlemme e che accompagnò la vita pubblica del mio Gesù. Esso deve rinnovarsi attraverso il richiamo dei familiari attorno alla culla di un inerme Bambino che non ispira e non parla che d'amore.

Il mio Gesù venne nel mondo per insegnare come si deve vivere. Diceva infatti: «La vostra giustizia non deve essere come quella dei farisei». Egli li chiamava sepolcri imbiancati perché, mentre esternamente si mostravano uomini osservanti della legge e assidui alle cerimonie ed alle offerte, essi nascondevano nel loro cuore pensieri di vanagloria e di superbia.

Gesù ritorna nelle vostre case per ricordare a tutti il dovere della giustizia. Dovete essere giusti davanti a Dio, riconoscendovi miseri e capaci solo di infedeltà e di peccato; giusti davanti agli uomini, ma fino in fondo, nel fare agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi; giusti non nel saper spiattellare i difetti altrui, ma nel saperli vedere nella luce della grazia di Dio, confrontandoli con le poche virtù che forse avete, dopo tanti doni ricevuti.

Occorre dare ad ognuno ciò che gli spetta, soprattutto l'amore, che è anche il mezzo per riportare le anime a Dio. Un giudizio severo attende gli uomini alla fine del mondo: un giudizio basato sul sacrificio totale dell'Uomo-Dio e sull'uso fatto della sua vita, della sua morte, dei suoi insegnamenti, della sua Parola.

Il Signore, amore infinito, v'insegni a praticare la carità con quella generosità che vi renda veramente eroi di questa virtù.

Siate buoni e sappiate perdonare tutto e sempre. La stessa gioia che Dio prova nel perdonare ai peccatori pentiti, entrerà nel vostro cuore quando risponderete alle offese del vostro prossimo con tanto amore.

C'è qualcuno che non dimentica le offese ricevute nemmeno dopo la morte delle persone che l'hanno fatto soffrire. Non sia mai, poiché è una cosa molto pericolosa. Perdonate e amate. Se gioiosamente vi scambiate qualche parola e vi accorgete che gli altri ne soffrono, cambiate gioco, poiché non tutti i caratteri sono uguali.

Vi benedico tutti. Arrivederci, figli.

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