PADRE NOSTRO

 Dal Volume 35 – 10/1/1938:

“Bambini miei, ascoltatemi. Io vi amo assai e voglio farvi conoscere la vostra origine. Guardate il cielo: lassù tenete un Padre celeste che vi ama assai, ma vi ama tanto che non si contenta di farvi da Padre dal Cielo, di guidarvi, di crearvi un sole, un mare, una terra fiorita per rendervi felici, ma amandovi di un amore esuberante vuole scendere nei vostri cuori, formare la sua reggia nel fondo dell’anima vostra, facendosi dolce prigioniero di ciascuno di voi; ma per fare che? Per dare vita al vostro palpito, respiro e moto. Sicché voi camminate e cammina nei vostri passi, si muove nelle vostre mani, parla nella vostra voce. E mentre camminate, vi movete, siccome vi ama assai, ora vi bacia, ora vi stringe, ora vi abbraccia e vi porta come in trionfo, perché siete i suoi cari figli. Quanti baci e abbracci nascosti non vi da questo nostro Padre Celeste! E voi perché disattenti, non avete fatto incontrare il vostro bacio al suo e i vostri abbracci al suo paterno abbraccio, e Lui è restato col dolore che i suoi figli non Lo hanno né baciato né abbracciato.

Ora bambini miei cari, sapete cosa vuole da voi questo Padre Celeste? Vuole essere riconosciuto in voi, vuole che riconosciate che ha la sua sede nel centro dell’anima vostra; e siccome Lui vi da tutto, né vi è cosa che Lui non vi dà, vuole il vostro amore e tutto ciò che fate.

Amatelo! L’amore non si parta mai dal vostro cuore, dalle vostre labbra, dalle vostre opere, da tutto, e questo sarà il cibo prelibato che darete alla sua Paternità. Lui vi ama assai e vuole essere amato; nessuno può giungere ad amarvi come Lui vi ama, tanto (è) vero che avete anche un padre terreno, ma quanto è dissimile dall'amore del Padre Celeste! Lui non vi segue sempre, non vigila i vostri passi, non dorme insieme, né palpita nel vostro cuore, e se cadete neppure ne sa nulla; invece il Padre Celeste non vi lascia mai: se state per cadere vi dà la mano per non farvi cadere, se dormite vi veglia, ed anche se giocate e fate delle impertinenze sta con voi e conosce tutto ciò che fate. Perciò amatelo assai!... Datemi la parola che lo amerete sempre, sempre! Dite insieme con Me: Vi amiamo Padre nostro che sei nei Cieli, Vi amiamo Padre Nostro che risiedete nei nostri cuori.

Questa è la fotografia del Padre che ci fa vedere Gesù!

Ora facciamo delle semplici considerazioni. Il Padre è colui che accende la vita del figlio, la madre è colei che la accoglie in sé per svilupparla. Il padre trasmette al figlio la sua stessa entità, gli trasmette il suo stesso germe, trasmette nel figlio il suo DNA. Qual è la prova incontestabile che conferma la paternità di un padre per suo figlio? È il suo DNA, che racchiude la stessa storia e la stessa vita sia del padre che del figlio. Da questo si conosce la genealogia del figlio: conoscendo le sue origini. E le nostre origini sono in Dio, quindi abbiamo in noi stessi il DNA di Dio Padre: siamo figli suoi, Figli di Dio Padre, perché veniamo da Lui, e quindi, come figli, abbiamo in noi le Sue stesse caratteristiche.

La preghiera del “Padre Nostro” è una preghiera che coinvolge tutte le creature, è cioè preghiera universale, come Gesù stesso l’ha voluta, per tutti! E solo così deve essere. Se la preghiera non è universale, non è preghiera della quale Dio si innamora.

L’escludere dall'intenzione anche una sola anima, non sarebbe preghiera per tutti, e quindi non sarebbe né universale, né pienamente gradita a Dio: Gesù ci insegna che ama ogni singola creatura umana, tanto quanto tutte le altre creature umane unite insieme. Quindi nessuno deve essere escluso dall'essere beneficato dalla preghiera del “Padre Nostro”.

Dio è Padre di tutti, quindi diremo sempre: “Padre Nostro” e non “Padre mio”; e non dimentichiamo che quando lo recitiamo, ci rivolgiamo a Colui che ci ha dato la vita, a Colui che ne è l’Autore e Creatore e conservatore.

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